Elmo GS1200 HTI 250 watts: la conversione!

1. Il super 8 ha iniziato il suo declino come prodotto di largo consumo proprio quando il progresso tecnologico avrebbe potuto far compiere a questo formato un gran balzo in avanti.

Tra le migliorie che avrebbero potuto impreziosire il super 8 v’è l’impiego delle lampade a scarica. E’ bene precisare subito che alcuni proiettori fecero in tempo ad essere prodotti con queste lampade ma, in realtà, come dirò tra breve, si trattava di un mero adattamento di lampade Xenon destinate al 16 mm o addirittura al 35 mm.

La Fumeo ha prodotto tre macchine a scarica: il 9139 con lampada Marc 300, il 9143 HTI, e il mitico 9145: in pratica un 35 mm portatile con il gruppo di trascinamento del super 8. Il primo utilizzava una lampada di vecchia concezione destinata al 16mm e di breve durata (ca. 50 ore!); il secondo una Xenon XBO da 500 w. collocata davanti ad una parabola – costruita dalla Fumeo – per convergere la straordinaria potenza verso il quadruccio di proiezione.

Del Fumeo Arc 300 non v’è molto da dire: 800 lux (misurati sulla convenzionale dimensione di uno schermo di un metro di base); estetica tradizionale, tanto per intenderci come il 9119 o 9120.

Il vero parametro di riferimento è, invece, il 9145. Lampada XBO destinata al 35 mm o al 16 mm capace di oltre 1000 ore di durata; i lux dichiarati dalla casa erano 1200. Entrambe le macchine sono dotate di un alimentatore separato per lampada.

Il 9143 HTI è invece poco noto; così poco noto che anche il Sig. Bianchi non ne rammenta l’esistenza; ma la brochure in nostro possesso dimostra che è realmente stato prodotto. Questo opuscolo ci informa solo che tale macchina erogava 1000 lux e che montava la lampada Osram HTI 250 w./32, cioè la stessa lampada montata dal più noto Beaulieu 708 EL stereo High Power. Questa fonte di luce è l’unica, tra le lampade a scarica, ad essere specifica per il super 8: essa utilizza come gas di riempimento dei vapori di alogenuri e non lo Xenon, ma non differisce dalle XBO in ordine al principio di funzionamento. Inoltre è già provvista di specchio dicroico il cui punto di fuoco è collocato – secondo la norma super 8 – a 32 mm di distanza dal bordo della lampada. Le dimensioni sono poco meno di una volta e mezza quelle di una lampadina alogena. Quale lampada a scarica fornisce una luce a 5600 gradi Kelvin di temperatura colore e la potenza effettiva – a dispetto del nome – è di 270 w. La durata è di 250 ore (dunque un quarto della XBO 500).

V’era poi l’Elmo GS1200 Xenon acquistabile anche in versione solo play. La lampada era una XD 250 w. Secondo alcune fonti questo proiettore era capace di 500 lux. Purtroppo non disponiamo di altre informazioni: il manuale d’istruzioni - che ho avuto la fortuna di consultare - alla sezione dedicata alla manutenzione della lampada si limitava a precisare "per la sostituzione consultare un centro d’assistenza".

 

2. Era da tempo che i miei amici ed io pensavamo di modificare un Elmo GS1200 onde consentirgli di montare una lampada a scarica.

 

Visione dell'Elmo GS1200 modificato davanti e dietro

Se osservate una di queste macchine vi accorgete subito che il progetto originale è sovrabbondante per l’impiego di una normale lampada alogena. La ventola, innanzi tutto, soffia con una potenza inusitata per il super 8; inoltre circa un terzo dell’aria spostata è destinata, mediante un carter, al raffreddamento del piatto di scorrimento della pellicola, tant’è che si mette un dito davanti alla finestrella di proiezione si avverte distintamente un soffio d’aria. Capite bene che tutto ciò è davvero troppo per il raffreddamento di una normale lampada alogena. Anche la lanterna è sovradimensionata: consente infatti di ospitare una lampadina di scorta.

La sorpresa diminuisce se si riflette però sul fatto che, come detto, la Elmo aveva in listino una versione Xenon della macchina: ciò vuol dire che il progetto era unitario e commisurato sin dall’inizio all’impiego di tali sorgenti di luce. In altri termini: la versione alogena era una versione depotenziata rispetto alle reali capacità del proiettore.

Con queste premesse davvero non potevamo resistere alla tentazione di tentare la conversione! Ovviamente abbiamo deciso di impiegare una lampada HTI 250, che per dimensioni e temperatura di esercizio sembrava essere la scelta ideale. Il primo passo è stato di acquistare da Wittner Kinotechnik in Germania l’alimentatore e l’innesco. Questi due componenti ci sono stati consegnati "nudi": abbiamo dunque dovuto far costruire le scatole ove collocare l’alimentatore con le ventole e gli interruttori. L’accendino o innesco deve essere, invece, posto dentro al proiettore giacché deve trovarsi il più vicino possibile alla lampada.

L'innesco della lampada

Per l’alloggiamento della HTI abbiamo fatto realizzare un portalampada molto semplice ma efficiente a forma di bicchiere sagomato per consentire il passaggio dell’aria e dunque il raffreddamento.

Vano alloggiamento lampada HTI

Il portalampada

Abbiamo poi deciso di spostare l’accensione della ventola del proiettore sulla scatola di alimentazione lasciando al vecchio interruttore generale il compito di controllare solo i circuiti logici.

L’originario interruttore della lampada è stato, inoltre, modificato al fine di pilotare anche manualmente la tendina taglialuce e l’amplificatore.

Serigrafie modificate per le nuove funzioni dell’interruttore della lampada

(apertura tendina taglialuce e amplificatore)

La possibilità di accensione "per sezioni" si è resa necessaria giacché durante i test ci siamo accordi che la scarica a 12.000 v. necessaria per l’accensione della lampada generava un disturbo elettromagnetico che interferiva con i circuiti della tastiera per cui il proiettore talvolta si metteva in moto "spontaneamente".

Il bravissimo - e direi geniale – tecnico che ci ha assistiti durante la modifica ha inoltre realizzato dei circuiti supplementari per l’alimentazione della ventola di modo che questa possa accendersi alla massima potenza col proiettore ancora spento.

 

Vano posteriore: circuito di alimentazione della ventola

Quando, finalmente, ho ricevuto tutto il "kit" ho iniziato la conversione. Inizialmente avevo deciso di sostituire anche l’otturatore originale a tre pale a 50° di apertura con un otturatore – di produzione tedesca – a due pale a 45°. Dalla tendina taglialuce utile per la funzione di ferma fotogramma (still frame) ho poi rimosso il filtro anticalore per sostituirlo con un disco di alluminio onde oscurare del tutto il passaggio della luce. Il fatto che la lampada a scarica non possa essere accesa e spenta più volte impone che l’oscuramento dello schermo sia ottenuto ostruendo meccanicamente il passaggio della luce. Così come indicatomi dall’amico-tecnico ho infine sostituito la presa originale di alimentazione con una a cinque piedi idonea a ricevere sia l’alimentazione a 220 v. sia quella a 45 v. destinata alla lampada.

Potete ben immaginare con quale emozione ho acceso la macchina per la prima proiezione di prova! Dovendo misurare i lux sullo schermo abbiamo inserito un banale obiettivo 1,3 della Elmo: durante questi test a causa dell’assenza della pellicola l’obiettivo si surriscalda in modo abnorme e certo non avevamo alcuna intenzione di sottoporre ad un simile stress i nostri preziosissimi e rarissimi obiettivi 1.0. Ebbene i lux sullo schermo erano 1550!!! Ciò significa che con una lente più luminosa avremmo ottenuto non meno di 1700 lux! Mostruoso!

Tanta euforia è stata però presto smorzata. Dopo una prima proiezione di prova abbiamo avuto l’amarissima sorpresa di scoprire che la pellicola era stata deformata dal calore: ogni fotogramma presentava una sorta di "punzonatura" per tutta la sua estensione, per cui la pellicola era diventata una sorta di lungo coriandolo ondulato. AAAAHHHH ORRORE!!!

Dopo una breve riflessione mi ricordai del fatto che per lungo tempo era stato per me un mistero la ragione che aveva indotto i tecnici Elmo a montare, nella seconda serie, un otturatore con pale molto larghe a 53°. Quel primo disastroso test mi aveva dato la risposta. Il GS1200 era stato commercializzato, per i primi due anni, nella sola versione alogena. La versione Xenon si era aggiunta successivamente insieme all’introduzione di alcune migliorie nonché dell’allargamento delle pale dell’otturatore. E’ ragionevole supporre che i tecnici Elmo, per attenuare l’emissione luminosa, e dunque il surriscaldamento della pellicola, abbiano deciso di aumentare le dimensioni dell’otturatore; nello stesso tempo, per economie produttive, abbiano deciso di unificare l’assemblaggio della sezione meccanica sì che la versione alogena e quella Xenon finirono con l’impiegare il medesimo otturatore. Necessario al mantenimento delle temperature nella macchina più potente; sovrabbondante nel proiettore alogeno.

Ho così provveduto a smontare il tutto per inserire un otturatore della seconda serie. In questo modo siamo scesi a 1300 lux; la deformazione della pellicola, sebbene attenuata, non era però del tutto scomparsa. Era chiaro, a questo punto che si doveva inserire un filtro anticalore.

E qui ci è tornato utilissimo quel filtro che, originariamente destinato alla tendina taglialuce, avevamo rimosso. Avevo notato che nel carter per il raffreddamento del piatto era presente, all’altezza della finestra di proiezione, un "invito" a forma di cono sezionato che si mostrava come la sede ideale ove montare il filtro. Non ho potuto fare a meno di pensare che probabilmente proprio quella era la sua funzione! Con una mola di pietra montata sul trapano ho provveduto a sagomare il filtro sì da collocarlo nel suddetto vano. Ho poi tagliato un lamierino onde ottenere una cornice che, avvitata sul carter, provvedesse a trattenere in sede il filtro medesimo.

 

La mascherina di bloccaggio del filtro anticalore

E finalmente il film è uscito intonso dalla proiezione! Potevo a questo punto considerarmi soddisfatto ma volevo compiere un’ulteriore verifica. Volevo infatti verificare se col filtro dell’X500 il raffreddamento risultasse ancora più efficiente. Dopo una telefonata alla Fumeo il filtro mi è stato consegnato a casa e ho potuto provarlo. Ebbene, con mia grande sorpresa si è mostrato meno efficiente del filtro della Elmo! Come era mai possibile? La risposta si ottiene facendo due conti. Il 9145, nella versione a due pale, eroga 1200 lux (con obiettivo 1.1); la lampada HTI con un otturatore a due pale ci ha fornito 1550 lux (obiettivo 1.3). Ciò significa che la XBO 500 emette meno luce "spendibile" dal fotogramma super 8. Ciò in quanto la parabola convogliatrice utilizzata dalla Fumeo era destinata al 16 mm, dunque meno efficiente della parabola specifica della HTI da noi montata. In altri termini il filtro anticalore dell’X500 è sufficiente per il 9145 ma non per la HTI che concentra più luce sul fotogramma super 8. A ciò si deve aggiungere che il filtro originale dell’Elmo ha una leggera coloritura azzurra che pur non alterando i colori, contribuisce in misura maggiore al trattenimento delle frequenze luminose più pericolose per l’innalzamento della temperatura: era, infatti, destinato al fermo fotogramma, cioè ad una condizione d’esercizio molto pericolosa per la pellicola. Da qui la maggiore efficienza.

Attualmente il nostro Elmo HTI fornisce, con obiettivo 1.3, circa 1200 lux. Ciò vuol dire che con l’1.0 si dovrebbero ottenere quasi 1400 lux. Ma non ho alcuna intenzione di compiere la misurazione. L’1.0 è infatti un obiettivo preziosissimo: la definizione e la messa a fuoco da bordo a bordo sono impressionanti; superiore di circa tre volte al migliore Schneider 1.1. o 1.2 che ci sia mai capitato di avere tra le mani. D’altra parte l’obiettivo in questione è costruito secondo standard elevatissimi: basti pensare che per utilizzare solo la parte nobile delle lenti (quella centrale) tutto l’obiettivo è sovradimensionato, sicché la lente d’ingresso ha dimensioni tali da poter essere impiegata per il fotogramma 16 mm. Vi garantisco che sullo schermo l’immagine ha la stessa forza, per contrasto e definizione, di un 35 mm.

(Copyright 2003 by Anonimo)

 

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